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Aria, Inquinamento, Clima, Trasporti, Generale

Proposta di Legge al Parlamento n. 36: “Disposizioni per la riduzione dell’inquinamento atmosferico derivante dalle emissioni prodotte da motori diesel destinati alla propulsione dei veicoli a gasolio, d’iniziativa della Giunta regionale”

Seduta del 31/01/2006

Argomento fuori ordine del giorno – Proposta di Legge al Parlamento n. 36:

“Disposizioni per la riduzione dell’inquinamento atmosferico derivante dalle emissioni prodotte da motori diesel destinati alla propulsione dei veicoli a gasolio, d’iniziativa della Giunta regionale”.

Abbinato agli ordini del giorno nn. 227-228

 

 

Anche in noi prevale la convinzione che l’urgenza elettorale abbia avuto più peso dell’urgenza ambientale e che la aspettativa di ritorno sul primo piano dell’iniziativa presa dalla Giunta sia effettivamente premiante sul ritorno effettivo dal punto di vista ambientale. Però in politica ogni occasione va utilizzata per modificare anche i punti di partenza più ambigui e la presenza oggi del Presidente Formigoni (e il livello impegnato del dibattito, per certi versi insolito in questo Consiglio) mi consente di utilizzare questo tempo a mia disposizione per argomentazioni e giudizi e per aprire varchi, se possibile, su cui chiederei al Presidente Formigoni alcune risposte.

La prima grossa questione riguarda il fatto che un approccio parziale, eppure utile, come quello sul particolato emesso dai diesel, non è in grado di portare soluzioni efficaci nel quadro complessivo dentro cui si inserisce. Anzi, proprio per la sua parzialità, finisce alla fine col fare più danni che non portare benefici, tanto più che poi l’approccio individuato dalla Giunta rimanda ad una decisione del Governo nazionale, che si dovrà misurare probabilmente con tutta una serie di questioni, come quelle delle politiche industriali e della crisi dell’auto, che potrebbero vanificare in definitiva la richiesta dalla Regione Lombardia. Voglio essere chiaro: credo che un provvedimento come questo non tenga conto di una cosa su cui rischiamo di non trovarci d’accordo quando viene esplicitata. Il punto di partenza dovrebbe essere quello che ormai dobbiamo prendere atto che il modello di mobilità affidato all’auto individuale e ai combustibili fossili è in una crisi irreversibile. Lo si dice da più parti, ma non se ne traggono le conseguenze. Il consumo di territorio in Lombardia da parte del traffico così come oggi è strutturato e l’effetto sull’aria – e non solo per il PM10, ma anche per l’emissione di anidride carbonica – sono spaventosi e creano condizioni che, messe insieme al fatto che il costo del petrolio e l’inquinamento sono ormai ai limiti di sostenibilità, portano alla crisi del settore auto, che ha colpito in modo particolare la Lombardia e di cui qui non si parla affatto. Io credo che dovrebbero essere seduti tra gli spettatori anche i lavoratori dell’Alfa Romeo, i quali hanno avuto il coraggio di proporre loro dei cambiamenti ben più radicali di quelli che vengono offerti qui e che non sono mai stati destinatari di risposte autentiche.

Allora io vorrei rimettere insieme una serie di osservazioni che stanno alla base dei nostri emendamenti e che vengono raccolte anche in un ordine del giorno finale, e su cui chiedo risposte. Anticipo che, se non ci fossero risposte in questo senso, la mia posizione rispetto a questo decreto sarebbe negativa.

Provo ad argomentare: la questione che voi cercate di affrontare parte da una premessa che non è minimamente individuata nella proposta di provvedimento. O noi rapidamente andiamo verso una quantità di veicoli circolante inferiore e – sto parlando anche dei veicoli merci, su cui in questo provvedimento non si dice niente, dato che le emissioni dei camion e dei Tir che attraversano in gran parte anche la cerchia milanese sono responsabili di più del 50% delle emissioni di particolato – oppure tutte le misure “tecniche” sono dei palliativi.

Ma per avere meno veicoli occorre che il trasporto pubblico sia potenziato e che si favoriscano le forme collettive di trasporto in autovettura come il car sharing o il car pooling. Di tutto ciò nel provvedimento non c’è traccia.

L’altra questione: bisogna prendere decisioni impopolari come quelle di chiudere i centri abitati. Infine: bisogna prendere atto che le emissioni sono un problema di sistema – Formigoni lo sa, e poi dico anche nello specifico perché dovrebbe conoscere bene queste questioni.

Parlare di veicoli “meno inquinanti” non significa soltanto che si individuano sistemi che emettono meno particolato, ma anche che si progettano sistemi di trasporto che riducono le emissioni di CO2. Io non vorrei che ad esempio noi ci limitassimo a scegliere se dobbiamo morire di cancro(PM10) o morire di aumento di temperatura(CO2). Ad esempio, non facciamo errori: è vero che il diesel ha questa micidiale impronta sugli effetti cancerogeni e polmonari, però, dal punto di vista delle emissioni di CO2 è molto più contento e molto più efficiente. Allora io starei attento a lanciare l’operazione “Abbasso il diesel”, punto e basta, perché le quantità di emissioni di anidride carbonica e gli effetti perversi sul clima di un’auto a benzina sono superiori a quelli di un’ auto diesel. Allora ho ragione a temere che delle proposte parziali, e a mio giudizio utilizzate più per ragioni di ritorno elettorale e propagandistico che per ragioni serie, finiscono col creare addirittura diseducazione. E qui pongo una grossa questione: è possibile dare una risposta complessiva e affrontare il tema drammatico dell’inquinamento non in Italia, così genericamente, ma in Lombardia, accreditando il rilancio di un’industria manifatturiera di qualità estremamente elevata, che sia orientata ad affrontare a questi problemi. Io lo posso affermare e posso rivolgermi come dicevo a Formigoni,. Perchè ho consegnato alla Regione due anni fa, come responsabile dell’ENEA, un lavoro che ha impegnato 36 ricercatori del massimo livello e che non affronta le questioni in maniera riduttiva, ma con un ottica di sistema. Voi avete di conseguenza una base di ragionamento accreditata da una grande riflessione tecnico  scientifica che non è stata portata a conoscenza del Consiglio e che imponeva alla Giunta di affrontare le questioni del traffico su tutta la gamma delle questioni implicate. Voi della Giunta non l’avete mai fatto: all’ENEA aspettano ancora una risposta dalla Presidenza della Lombardia. I lavoratori di Arese, o le aziende interessate conoscono benissimo la ricerca dell’ENEA e il piano di fattibilità per il Polo della Mobilità Sostenibile di Arese, ma non sanno assolutamente che cosa ne sia successo. Addirittura l’Unione Europea, che era disposta ad uno stanziamento elevatissimo su cui noi dovremmo discutere, non ha saputo più nulla di noi. Io lo chiedo a Formigoni: che cosa ne è stato? Ma da dove prende gli incentivi per i diesel “puliti”? Con il bilancio di chi? Quando avevamo a disposizione dalla Comunità Europea un’occasione unica di essere il polo di riferimento della sperimentazione per nuovi veicoli e per minore traffico a livello europeo. Ma allora diteci, avete rinunciato? E vi limitate a fare un’operazione di richiamo al Governo nazionale e ci chiedete una corresponsabilità in questa operazione? Io non credo che noi possiamo in questo momento politico non denunciare quale sia la portata vera e drammatica delle questioni che affrontiamo.Non vogliamo farci imbrogliare ed essere corresponsabili di una mistificazione.

Noi abbiamo fatto degli emendamenti: vi chiediamo di considerare ad esempio anche il trasporto pesante. Siete in grado? Vuol dire andare alla definizione di rapporti specifici con i grandi produttori di camion e di carburanti. Chi li prende questi contatti? Altro che una petizione al Governo in scadenza…..C’è una ulteriore questione: per ottenere una riduzione del traffico bisogna ad esempio investire tutta l’industria dell’informatica e delle telecomunicazioni. Che cosa si è fatto in tutta questa fase in cui l’inquinamento aumentava? Che cosa c’è di nuovo sull’infomobilità? Che cosa si è fatto per l’idrogeno o i biocombustibili quando la Francia, la Germania, sono incredibilmente avanti, mentre noi lanciamo un minuscolo provvedimento collegato al rientro nei parametri di “Euro 5”. Ma che segnale diamo al Sistema Paese da questo punto di vista? L’industria tedesca, la Germania, sta spingendo in direzione dei diesel con i filtri antiparticolato e degli ibridi e sarà prontissima a rispondere a questa sfida Ma noi non potremmo cominciare a riflettere sul fatto che ad esempio l’azione nei confronti della Fiat potrebbe essere collegata ad un intervento serio sul sistema dei trasporti? E riprendere da qui la questione annosa e disastrosa dell’ area ex Alfa Romeo di Arese?

Io proverò, infilando emendamenti, assieme agli altri del Gruppo di RC, a fare una verifica – se volete – delle vostre reali intenzioni; ma se rimanessimo al punto di partenza lo riterrei un’ occasione persa e un arretramento rispetto alla necessità che il dibattito avrebbe potuto provocare. E vi ricordo che noi da sette mesi chiediamo una Commissione speciale del Consiglio su Arese e sugli aspetti produttivi legati alla mobilità sostenibile.Ma c’è stata non solo negata ma rimandata ad infinitum soltanto per questioni che riguardano gli equilibri nella maggioranza.

Spero che mi venga risposto e spero di poter interloquire, ma non vi permetterò di scambiare un’azione di riflessione profonda sulle cause e le soluzioni dei problemi con una pura azione di effetto propagandistico e di ritorno pressochè nullo sui grandi nodi che abbiamo davanti.