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PENSIERI PER L’ANNO NUOVO: 10 “PASSI” DA ROVESCIARE

Siamo a metà strada della legislatura aperta nel 2005 con la terza vittoria consecutiva di Formigoni. Il nostro sforzo in Consiglio è molto riconoscibile: svelare il disegno di una lobby fortissima che guida la Regione più ricca del Paese con una determinazione irriducibile a favore degli interessi privati e a danno del diritto costituzionale al lavoro, alla salute, alla istruzione pubblica. Un disegno a cui il gruppo del PRC (e, con nostra soddisfazione, tutti i consiglieri di “sinistra + ecologisti”) si oppone e che sembra però interiorizzato dalla società lombarda. O, almeno, dai suoi gruppi dirigenti, che attraverso i media non informano l’opinione pubblica, attraverso le istituzioni accreditano un sistema di governo non partecipato e privo di trasparenza, attraverso i poteri forti nascondono il declino di una Regione già tra le più innovative d’Europa.

Per sottolineare un bilancio a fine anno, mi è sembrato utile evidenziare in dieci punti la incredibile trasformazione che Formigoni porta avanti in Lombardia, nel silenzio dei quotidiani (Repubblica e il Corriere sembrano distratti o conniventi) e nell’indifferenza degli intellettuali e dei corpi intermedi della società, oltre che nella sottovalutazione di quello che sta diventando il Partito Democratico. Ho volutamente scelto i più significativi provvedimenti della Giunta nel 2007, per segnalarne il carattere organico di spostamento conservatore, di formazione silenziosa di “uno stato nello stato” con regole sempre più distanti da quelle ereditate dalla tradizione democratica e sociale nazionale. L’intenzione è di provocare una reazione allarmata e inevitabile e di far convergere attorno ad una robusta iniziativa una opposizione sociale e politica che non può più far colpevolmente finta di niente.

1) Febbraio: Sepoltura dei feti. Si affida alla Direzione sanitaria il compito di suggerire la sepoltura dei “prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle venti settimane”, mentre la richiesta veniva contemplata solo se partiva dai genitori. E’ un attacco esplicito all’autodeterminazione della donna, che verrà ripreso anche successivamente, con la tutela “dell’embrione fin dal suo concepimento”.

2) Aprile: Federalismo differenziato. Vengono approvate 12 materie su cui la Lombardia richiede un passaggio di potere dallo Stato. Esse attengono a diritti di cittadinanza, come la sanità e la previdenza e l’istruzione. La solidarietà nazionale, il carattere pubblico dei servizi e la validità degli stessi contratti nazionali di settore sono messi in discussione dalla regione più ricca.

3) Maggio: Privatizzato il 118. Viene varato il provvedimento su cui si dimette l’assessore Cè e che verrà imposto al Consiglio Regionale solo a Novembre. L’emergenza urgenza verso il pronto soccorso viene centralizzata a livello regionale, sottratta alle ASL e alle Aziende Ospedaliere e aperta alla privatizzazione. Si costituisce un “mostro” in forma di nuova azienda sanitaria extraterritoriale, che organizza i contratti con le ambulanze e il soccorso, stipula gli acquisti e smista le emergenze verso gli ospedali anche al di fuori del territorio di loro competenza. Si crea così un nuovo ambìto punto di affari e di lottizzazione politica della sanità.

4) Giugno: Federalismo fiscale “alla lombarda”. Passa in Consiglio una proposta sostenuta dalla Lega e in netta contrapposizione con il disegno di legge in discussione in Parlamento. Si vorrebbe trattenere in Lombardia l’80% dell’Iva e l’eccedente il 15% dell’IRPEF, oltre a accise su generi vari. Verrebbe così a cadere la possibilità di mantenere anche nelle regioni meno ricche diritti alla pensione, alla salute, all’istruzione, all’assistenza, alla casa, assicurati dalla Costituzione.

5) Luglio: “Legge sull’istruzione e la formazione”. Viene inficiato e depotenziato l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni, per cui la Regione accrediterebbe i propri corsi professionali al posto dell’istruzione statale. Si pretende poi che l’istruzione tecnica entri nelle competenze regionali e che si aprano nuovi spazi alla scuola privata e a insegnanti che non seguono le graduatorie. La legge, su nostra richiesta, viene impugnata dal Governo Nazionale per illegittimità costituzionale.
6)Settembre: “56 milioni di euro alle cliniche private”. Vengono elargiti 56 milioni di Euro all’anno per un finanziamento pubblico diretto ad alcune strutture sanitarie del privato accreditato, per realizzare interventi di ristrutturazione e per acquistare immobili e impianti tecnologici. “Dopo aver inaugurato una politica che ha visto aumentare i posti letto nelle strutture private a fronte di una drastica riduzione degli stessi negli ospedali, si aggiunge un nuovo e indigesto tassello alla politica di Formigoni, che sottrae al pubblico ed elargisce al privato le risorse di tutti i cittadini.

7) Ottobre: “Apertura dei negozi alla domenica”. Oggi era possibile tenere aperti i supermercati solo per 13 domeniche all’anno e, eccezionalmente, dalle 8 alle 22. La Lombardia, prima fra tutte le Regioni, introduce l’apertura fino a 52 domeniche all’anno e amplia gli orari d’ingresso agli esercizi commerciali, di norma, dalle 7 alle 24. Lo sciame dei consumatori, senza volto e senza personalità e le lobbies della distribuzione sono l’oggetto del desiderio non solo dei potentati economici, ma degli accaparratori di voti che siedono sui banchi del Consiglio e che si dimenticano facilmente di chi lavora nel commercio, dei piccoli esercizi che hanno funzione di vicinato e dei disagi ambientali dovuti agli ingorghi del traffico attorno agli outlet e ai grandi magazzini. Nessuna visione del futuro e della socialità, che si perde dalle piazze agli scaffali, dalla gita conviviale al mescolarsi indistinto, mentre si spingono i carrelli della spesa.

8) Novembre: “Affossata la legge popolare per l’abolizione dei ticket”. La Regione prima impedisce il dibattito in Consiglio, poi accetta di ridurre da 46 a 36 Euro (come già avveniva nel resto d’Italia) il ticket per la specialistica, ma respinge la costituzione di un fondo per gli anziani non autosufficienti. Formigoni, contemporaneamente, sbandiera la restituzione di 400 milioni di tasse. Una clamorosa bugia. In effetti si tratta di 182 milioni (4,5 euro al mese per ognuno!) che il resto del Paese non ha mai pagato, visto che in Lombardia si paga l’IRPEF più alta. Insomma, tra Irpef e ticket, Formigoni restituisce oggi con la mano sinistra solo parte del maltolto che si è preso fino a ieri con la destra.

9) Dicembre: “Blindatura del bilancio e prove di affossamento del referendum sull’acqua”. Nel bilancio la Giunta cerca di far passare alla chetichella sia l’estrernalizzazione del servizio fitosanitario, che una modifica dell’ASL di Milano con penalizzazione dei comuni del sestese. L’opposizione smaschera gli intenti nascosti, riesce a tener aperto il conflitto sul fitosanitario e a sospendere la manovra sull’ASL. Per quanto riguarda la richiesta dei Comuni lombardi di indire un referendum abrogativo di parte della l.r. 26/2003 e 18/2006 nella parte riguardante i servizi idrici, la maggioranza, pur di sfuggire alle proprie responsabilità, anziché esprimere in modo chiaro e circostanziato le ragioni del no alla richiesta di referendum, ha preferito far mancare ripetutamente il numero legale nelle sedute del 20 e del 21 Dicembre. In questo modo il referendum rimane in sospeso, nel senso che non potrà celebrarsi nel 2008 ma, nella migliore delle ipotesi, non prima della primavera 2009. La questione sollevata dai Comuni con il referendum abrogativo è assai rilevante, perché riguarda la possibilità o meno degli stessi di poter scegliere il modello di gestione dei propri servizi idrici più adatto e consono alla realtà specifica. Ancora una volta, il rapporto della Giunta Formigoni con i Comuni si presenta in forme conflittuali che non aiutano la soluzione dei numerosi e gravi problemi presenti sul territorio.

10) Dicembre: “Il polverone Malpensa”. Da mesi come PRC andiamo ripetendo che è solo propaganda la riproposizione di Malpensa come secondo hub italiano e che è ridicola la proposta di costituire una compagnia aerea del Nord. Meglio sarebbe difendere l’occupazione, migliorarne la qualità sottraendola al precariato e rendere definitivamente possibile la convivenza di un’opera sbagliata con l’ambiente circostante. E’ sull’insieme del sistema aeroportuale del Nord che si deve riprogettare il traffico aereo e i collegamenti, evitando la congestione di un’area già provata da cementificazione e infrastrutture mal programmate. Invece Formigoni si è messo alla testa di una insana sollevazione a difesa di un futuro che Malpensa non avrà mai e che è stato in gran parte pregiudicato dai clamorosi errori prioprio di chi, come Forza Italia e Lega, ha pensato in piccolo e non in dimensione adeguata al nuovo assetto delle comunicazioni e allo sviluppo equilibrato e qualitativo del territorio. Sono i nodi del modello di rapina di questi ultimi 20 anni che vengono al pettine e non basterà l’illusione di un grande hub nella brughiera o di 20 grattacieli per Expo 2015 a curare le ferite inferte e la mancanza di una progettualità partecipata. Temo molto la virulenza di una protesta tanto più truculenta quanto più carente di proposte realizzabili e desiderabili.
I “passi” qui delineati danno un quadro preoccupante di quanto avviene sotto la Giunta lombarda. Ma ci sono aspetti positivi da cui dobbiamo traguardare l’inizio del nuovo anno. L’opposizione è più matura. Una convergenza del PD verso Formigoni risulta ostica anche ai più favorevoli e il risveglio di movimenti e bagliori della società lombarda rendono praticabile non solo una opposizione, ma anche proposte e spazi alternativi. Sono un buon segno il ritiro della “legge ammazzaparchi”, l’adesione al referendum contro la legge di privatizzazione dell’acqua da parte di 107 Comuni e l’approvazione all’unanimità in Consiglio di un ordine del giorno da noi conquistato per sperimentare un progetto di fattibilità di riconversione di un’industria bellica del bresciano. Ancora primi segnali, accompagnati da altri e, speriamo, da battaglie partecipate in futuro, che danno tuttavia speranza di invertire nel 2008 il cammino dei 10 passi sopra illustrati.

1 Commento

  1. mario mangili

    il Tuo blog è interessantissimo, mi piacerebbe che Tu scrvessi anche sulle questioni sindacali per avere una Tua visione dell’insieme che servirebbe anche a Noi nella discussione politica. Ciao Mario Mangili