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I ticket in Lombardia (Liberazione, 17/2)

Tornano alla ribalta i ticket, ma in Lombardia il problema è in campo dal 12 dicembre 2002 quando Formigoni li reintroduce sui farmaci ( 4 euro a ricetta) e sul pronto soccorso (35 euro, che diventano 50 con un esame) e aumenta in seguito a 46 euro quello su esami e visite diagnostiche. L’anno prima era ricorso all’addizionale IRPEF dello 0,5% e messo a pagamento oltre 80 farmaci gratuiti. Le misure giustificate per educare ad un uso appropriato dei farmaci, colpiscono tutti gli strati sociali e la generalità dei malati cronici. Mentre il delisting, sostenuto come operazione contro farmaci inutili, favorisce quelli di ultima generazione più costosi a parità di principio attivo. Dalla manovra, fin da allora, emerge la volontà di “fare cassa”, per coprire il deficit accumulato in pochi anni, superiore a 4,5 miliardi di euro. Ma il ticket sui malati cronici è in realta una odiosa tassa sulla salute e tuttaltro che indifferente anche per le tasche degli altri cittadini. Ed è cosi che essi lo vivono nel 2003: in 150mila sottoscrivono un documento contro i ticket e successivamente una legge di iniziativa popolare per la loro eliminazione. In Lombardia, a partire dal 2000 è inaugurata una politica di “razionamento”, l’accesso risulta una corsa ad ostacoli e le liste di attesa ricominciano a crescere. Un esempio per tutti, per l’ecografia mammaria (tempo massimo della Regione: 30 giorni). A Milano all’Ospedale V. Buzzi 120 giorni. All’Ospedale San Giuseppe l’attesa è di 109 giorni. A Brescia i giorni sono 153 agli Spedali Civili e 83 a Montichiari. A Lecco la prima data libera è dopo 2 settimane, ma la seconda finisce dopo 240 giorni. Situazione che costringe a sostenere direttamente la spesa presso le strutture private accreditate dalla Giunta, in particolare per la medicina diagnostica ed ambulatoriale.

Soprattutto adesso, quando molte prestazioni costano meno del ticket, anche per l’effetto congiunto prodotto dalle misure di compartecipazione stabilite dalla Finanziaria. Ciò evidenzia le responsabilità dell’assessore alla sanità e di Formigoni, che di fronte ad una Finanziaria che prevedeva per tutto il territorio nazionale l’introduzione dei ticket, ha anticipato ulteriori aumenti sulla prima visita. Si tenga conto che a partire dal 13 dicembre 2006, la Giunta è intervenuta sul tariffario regionale, aumentando di 7 euro il ticket per la prima visita e per la visita di controllo. Sette euro che vanno a sommarsi ai 10 previsti per la ricetta ( totale aumento 17 euro). Se dopo la prima visita si è sottoposti ad esami e visita specialistica occorre aggiungere 56 euro. Da aggiungere ancora 17 euro nel caso della visita di controllo. In totale una prima visita seguita da esami diagnostici e una visita di controllo possono raggiungere in Lombardia la cifra di 90 euro, alla faccia del diritto alla salute!. Paradosso: se la Regione Lombardia si adeguasse alle leggi nazionali, che pure hanno innalzato i ticket, i cittadini, i lavoratori e i pensionati lombardi pagherebbero meno rispetto a quello che pagano già da diversi anni. Tutto questo è il risultato di una politica che dal 1998 ha falcidiato i servizi pubblici. Dal ’97 al 2005 il privato ha aumentato i ricoveri del 33%, le strutture pubbliche li hanno ridotti del 12%; le prestazioni specialistiche ambulatoriali sono quasi raddoppiate, passando da 70.445.552 a 138.961.045; anche di questo aumento si sono avvantaggiate le strutture private, che hanno incrementato del 136% in fatturato il volume della loro attività. l’attività Le conseguenze di questa politica apertamente discriminatoria e antipopolare stanno in un aumento dell’indebitamento, con l’accensione di mutui per 1230 milioni di euro e nella scelta di scaricare i costi sui cittadini, con un prelievo aggiuntivo IRPEF di 320 milioni di euro all’anno, a partire dal 2002 e la reiterazione dei ticket, con i quali la Regione ha incassato nel 2003, nel 2004 e nel 2005 oltre 167 milioni di euro. Ma dove sta l’”eccellenza” lombarda tanto declamata da Formigoni, ma così duramente pagata dalle tasche dei cittadini, dei pensionati e dei lavoratori?

I TICKET, GIA ONEROSI IN LOMBARDIA FIN DAL 2002, INCIDERANNO ULTERIORMENTE IN MODO PESANTE SUL REDDITO DI QUELLA GRANDE PARTE DEI CITTADINI CHE VIVE DELLA PROPRIA PENSIONE E DEL PROPRIO STIPENDIO.

Ticket fino a dicembre 2006 in lombardia Aumenti all’1/1/07 disposti dalla regione Finanziari 2007 Tot. ticket in Lombardia dall’1/1/07

ACCESSO AL PRONTO SOCCORSO

Codice bianco senza ricovero in lombardiaSono esenti i minori fino a 6 anni e gli anziani oltre i 65 anni Euro 35,00 Euro 25.00
Sono esenti i minori fino a 6 anni e gli anziani oltre i 65 anni
Euro 35,00

1 Commento

  1. iubatti paola

    i cittadini non possono piu’ permettersi di pagare ticket cosi onerosi, per prestazioni sempre piu’ scarse, e’ troppo…si devono vergognare…cos� facendo la prevenzione va’ a farsi benedire, e il sistema sanitario dovra’ poi sborsare di piu’ per malanni che opportunatamente monitorati (prevenzione) non sarebbero degenerati……cosi facendo una visita costa un occhio della testa……ma sicuramente sara’ il loro metodo giusto per fare morire prima gli anziani….