REPOSITORY

Energia

La centrale di Bertonico – Liberazione, 5 Settembre

Lo scontro degli interessi attorno alla spartizione del mercato dellèenergia elettrica ha visto prima delle ferie estive il costituirsi di nuove alleanze economiche che la sinistra aveva giudicato pressochè impossibili. Si tratta della iniziale intesa, in seguito saltata, tra Berlusconi e De Benedetti, che riguardava lèoperazione Cdb Web Tech per il sostegno alla piccola impresa, che ha avuto comunque come contropartita il parere positivo del Governo per la realizzazione della centrale di Bertonico, vicino a Lodi. Ancora una volta il terreno di manovre inquietanti è quel territorio a sud di Milano dove si è sviluppata la fortuna immobiliare dei Berlusconi, si è accesa la meteora di Fiorani, si sono intrecciati affari alimentari e crack finanziari da Polenghi a Parmalat. èPecunia non oletè e lo si è visto anche in questa vicenda. Lèuomo vicino alla sinistra, amico dellèUnitè e fratello del senatore Ds ultraliberal non si è certamente piegato di fronte ad un territorio che a tutti i livelli si oppone alla costruzione di una ennesima centrale che col suo carico di inquinanti andrè a compromettere ulteriormente lèambiente e ad aggravare i rilevanti problemi sanitari giè presenti, con buona pace degli impegni assunti dal nostro Paese col protocollo di Kyoto.
Nellèambito dello scontro che si è aperto a livello nazionale ed europeo per la definizione di nuovi assetti per il controllo della finanza, dellèindustria e dellèeditoria, la Lombardia è un crocevia non eludibile per il peso che ha nellèambito non solo nazionale. E questo lo sa bene il Governatore Formigoni che non trascura alcuna opportunitè e spazio per non essere secondo ad alcuno. Il governo Formigoni si è sempre distinto nello scenario politico nazionale come anticipatore di scelte politiche che poi il Governo assumerè come proprie. E lo ha fatto anche nellèambito energetico, optando per un massiccio piano di costruzione di nuove centrali che si vorrebbero realizzare nella zona a ridosso del Po. Un cospicuo affare per le industrie termoelettromeccaniche ma anche per i capitali privati in cerca di investimenti ben remunerati. Con lèEnel bloccata al palo da una legge che le ha imposto la vendita di una parte consistente del parco elettrico nazionale (legge Bersani) per costituire (almeno nelle intenzioni) un mercato nazionale dellèenergia elettrica non piè monopolistico, aperto ai capitali privati nazionali e esteri, la Giunta Formigoni non ha perso tempo, offrendo il territorio della regione per attrarre capitali e diventare cosè un importante interlocutore politico-istituzionale in grado di inserirsi nel processo di riassetto del sistema finanziario ed economico nazionale. Eè in questo scenario che va letta la partita che De Benedetti, tramite la soc. Energia, ha deciso di giocare, alleandosi con chi governa la Regione Lombardia, ritenendo il lodigiano un territorio poco reattivo anche a seguito del fatto che esso è governato dal centro sinistra, un raggruppamento politico non pregiudizialmente ostile èallèingegnereè.
Poter accaparrarsi autorizzazioni atte a trasformarsi in concessioni anche cedibili non è un magro affare. E non lo è anche per chi, pur dicendosi vicino al centro sinistra, ma essendo un capitalista non marginale, è costretto a sviluppare, nellèambito dellèagone nazionale e internazionale, propri progetti di consolidamento. Non è da oggi che De Benedetti, per giocare un ruolo non secondario nellèambito del mercato elettrico, non perde occasione per accaparrarsi nuove quote di mercato. Per per far questo va bene tutto: strizzare lèocchio ai ènemiciè al governo, accattivarsi la benevolenza di uno schieramento politico contiguo ed oggi cercare alleanze anche con chi poteva considerarsi un avversario ormai in declino.
Il territorio lodigiano è cosè entrato a far parte di un complesso gioco di interessi nazionali ed internazionali che fanno assumere alla partita politica ancora aperta, un ruolo importantissimo. Ecco perchè lo scambio politico intervenuto tra potentati politici e finanziari non deve far demordere dallèimpegno di portare avanti la lotta intrapresa, a tutti i livelli, istituzionali, politici, giuridici. Una lotta sino ad oggi ben condotta anche se i risultati stentano a venire. La generosa lotta messa in atto sino ad oggi da tutte le Istituzioni territoriali, dai partiti e dalle Organizzazioni Sindacali del lodigiano, dal Coordinamento contro la centrali e dalle mamme del Comitato MAPA non è stata per niente inutile, come da alcune parti si cerca di far passare per scoraggiare la popolazione: essa infatti non solo ha consentito una costruzione di rapporti di forza locali impensabili e aperto contraddizioni non facilmente sanabili ma ha anche concorso a diffondere tra i cittadini un forte livello di coscienza attorno ai problemi energetici, di tutela del territorio e della salute. Se i rapporti di forza in essere non hanno ancora consentito di bloccare definitivamente questo progetto, tuttavia la lezione di Scanzano dovrebbe far riflettere chi ha giè deciso di vendere la pelle dellèorso prima ancora di catturarlo. Spazi di lotta ci sono ancora, anche se richiederanno maggiori impegni e sacrifici da parte di tutti. Bloccare le insensate e dannose politiche energetiche di cui la Regione Lombardia si è fatta paladina in nome del dio mercato e della concorrenza è essenziale non solo per affermare il diritto della popolazione del lodigiano ad un ambiente migliore, al rispetto delle sue Istituzioni ed alla tutela della salute ma anche per promuovere interventi alternativi. Non è con la politica dellèofferta di centrali che si risponde alla crescita del fabbisogno energetico elettrico, ma è con la politica della domanda, centrata sulla lotta agli sprechi, ossia sul risparmio energetico che si puè intervenire per contenere e ridurre i consumi. Questa politica dovrè a sua volta essere accompagnata da una politica per favorire la penetrazione delle fonti rinnovabili nella regione.
I consiglieri regionali del Centro sinistra hanno assunto come qualificante non solo la sacrosanta battagia contro la nuova centrale, ma anche gli obbiettivi e le proposte alternative che i comitati hanno lanciato. In particolare, il capogruppo di Rifondazione, Mario Agostinelli, ha proposto di unificare le iniziative territoriali contro la costruzione di nuove centrali ad Offlaga (Brescia) e nel Mantovano e di inserirle in una iniziativa di ridiscussione dellèintero piano energetico regionale della Lombardia. Un piano da riscrivere sulla base di criteri di promozione delle energie rinnovabili, con interventi concreti di risparmio, nella prospettiva di una riprogettazione del sistema dei trasporti.
Le lotte che il lodigiano saprè mettere ancora in campo, la capacitè delle Istituzioni territoriali di sviluppare iniziative finalizzate ad allargare il consenso, non solo tra la popolazione locale ma anche a livello regionale e nazionale, saranno determinanti sia per non fare del lodigiano una nuova terra di conquista per avventure industriali e finanziarie disastrose, sia per far cambiare di segno a progetti di sviluppo locale disastrosi per lèambiente ed irrispettosi dei diritti di chi vive sul territorio.
Anche a sostegno di questa mobilitazione diffusa, determinata e matura, a fine Ottobre un costituendo ècomitato nazionale per lèenergia bene comune e per la salvaguardia del climaè lancerè a Lodi il documento èper un mondo solare possibileè, che il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre elaborerè in forma definitiva e farè proprio per le campagne mondiali che si apriranno a partire dal 2006.