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Acqua

Servizi idrici e referendum

La Giunta fa ostruzionismo contro i Comuni lombardi
Senza avere il coraggio politico di assumere la responsabilità di un voto palese contrario, la maggioranza in Consiglio regionale ha affondato la richiesta dei Comuni lombardi di indire un referendum abrogativo di parte della l.r. 26/2003 e 18/2006 nella parte riguardante i servizi idrici.
Anzichè esprimere in modo chiaro e circostanziato le ragioni del no alla richiesta di referendum, la maggioranza, pur di sfuggire alle proprie responsabilità , ha preferito far mancare ripetutamente il numero legale nelle sedute di ieri e di oggi.
In questo modo il referendum rimane in sospeso nel senso che non potrà celebrarsi nel 2008 ma, nella migliore delle ipotesi, non prima della primavera 2009.
La questione sollevata dai Comuni è assai rilevante perché riguarda la possibilità o meno degli stessi di poter scegliere il modello di gestione dei propri servizi idrici più adatto e consono alla realtà specifica.
Ancora una volta il rapporto della Giunta Formigoni con i Comuni si presenta in forme conflittuali che non aiutano la soluzione dei numerosi e gravi problemi presenti sul territorio.
Per la cronaca, la maggioranza aveva presentato un ODG in cui invitava i proponenti a riformulare la proposta di Referendum. Questo in base ad un cavilloso e assurdo parere in cui l’ufficio legale del Consiglio sostiene che i quesiti non avrebbero i requisiti di chiarezza e univocità .
Alcuni esponenti dell’opposizione avevano invece presentato un altro ODG in cui si dichiarava l’ammissibilità . La mancanza del numero legale ha tolto le castagne dal fuoco alla Giunta.
In aula, l’Assessore Buscemi ha annunciato che la Giunta Regionale sta approvando un PDL di modifica della LR 18/2006, il cui testo è però da valutare con attenzione se recepisce tutte le richieste referendarie.
Per il 22 gennaio, giorno di convocazione del prossimo Consiglio, occorre organizzare una grande manifestazione davanti al Pirellone, coi sindaci in fascia tricolore e gli striscioni per far sentire la voce di chi non vuole che l’acqua venga privatizzata.