REPOSITORY

ODG, Interrogazioni

Statuto discussione prima bozza 4 dicembre

(Seduta del 04/12/2007)

Arg. n. 4 – ODG – Relazione conclusiva del Presidente della Commissione Speciale e Temporanea Statuto sui lavori della Commissione e presentazione delle proposte statutarie al Consiglio regionale – Dibattito).
STATUTO – DISCUSSIONE PRIMA BOZZA

Grazie. Anche noi riteniamo questa una fase decisamente importante per la vita del Consiglio, per la vita istituzionale della Regione, per i cittadini e anche per la tutela di questa straordinaria risorsa, che è la democrazia. Peccato che un dibattito largamente preannunciato non veda presente, come purtroppo capita troppo spesso, un Presidente che sembra sempre con la testa e il corpo altrove, con un forte interesse però per quanto riguarda il suo futuro e poco interesse per quella Regione da cui sembra prenda slancio il suo futuro.

Dico questo con un certo rincrescimento perché il peso della Presidenza nella vita politica della Regione è così esorbitante della Presidenza, che tuttora – lo sa Adamoli –aleggia anche nella discussione, della Commissione Statuto – il simul stabunt simul cadent .Se avessimo la possibilità di liberarcene ad esempio, dopo che la responsabilità, anche del Presidente, ci ha portato ad essere l’unica Regione di un certo rilievo che non ha lo Statuto non sarebbe male. Penso che la Commissione stia lavorando quasi al di sopra di quello che ci sembrava il quadro di riferimento difficile dentro cui ci si doveva orientare, e man mano che lavora il confronto avvicina anziché allontanare le posizioni.

E’ un fatto a cui noi, di Rifondazione Comunista, così fermi nelle nostre posizioni siamo estremamente sensibili. Noi siamo ad un punto della discussione e a una traccia del documento abbastanza strutturata: siamo ad un punto su cui si può dire se le evoluzioni successive ci troveranno uniti o se divergeremo e su e che cosa dissentiremo.

Do quindi un riconoscimento vero: il fatto che non si sia proceduto ad un accordo che taglia fuori posizioni come la nostra non è cosa da poco ed è un risultato positivo.

Che una Commissione con carattere istituzionale accolga una parità di contributi da parte di tutti fa si che nessuno che è qui in questa aula è esterno al processo che si sta compiendo.

Quando si lavora con un reciproco rispetto e riconoscimento, il lavoro diventa produttivo. Vorrei dare atto a Adamoli, agli esperti, e a tutti quelli che, rappresentando anche delle posizioni opposte alle mie, hanno ritenuto comunque che è la Commissione il luogo dove queste posizioni si confrontano.

Anche la Lega che è partita da un’indicazione di un proprio PDL, ha cambiato registro di discussione.

La mia vera preoccupazione oggi è il ruolo del Partito del Presidente, cioè Forza Italia, che sembra defilato e non sufficientemente impegnato, fondando tutto sulla questione della sussidiarietà, come se fosse un dogma da cui tutto proviene.

Non ne abbiamo discusso abbastanza e, dato che l’impronta istituzionale di questa Regione è il rapporto privilegiato del privato con il pubblico, oltre ad una certa sottovalutazione del lavoro, noi – vi assicuro – su questo teniamo il punto fermo, daremo battaglia.

Che l’idea di sussidiarietà qui avanzata sia diversa dall’idea che permea tutto lo stato sociale della Costituzione italiana, è cosa così chiara che noi ne faremo uno dei punti qualificanti per decidere come votare alla fine. Ho ascoltato con una certa sorpresa positiva il discorso di Demartini, con la sua insistenza sul tema del lavoro. Nella prima traccia di documento, la questione del lavoro e dei suoi diritti, non è così evidente. Non solo Cattaneo va citato, ma anche Marx.

Condivido la road map che Adamoli ci ha un pochino imposto. Adamoli pensa che qui lavoriamo solo per lo Statuto. A volte anche noi facciamo degli sforzi enormi per potere tutti i lunedì, i martedì, i mercoledì, partecipare però mi sembra che il metodo sia un metodo che coinvolge tutti. La road map ci porta in effetti a far coincidere i tempi della politica nazionale e quelli delle ambizioni del Presidente con quelli del lavoro dello Statuto.

Voglio dire poche cose ancora. La prima: ha ragiona Adiamoli: è in atto un cambiamento della realtà materiale, economica, sociale, che stiamo analizzando, della Regione; di conseguenza è necessario anche un riassetto delle sue istituzioni: basta che non avvenga né a colpi di maggioranza né nel silenzio, al di fuori di una discussione pubblica.

Quindi riflettere su una cultura, quella della Lombardia, che è in fase di modificazione – a volte con canoni un po’ sbrigativi- è un compito straordinariamente rilevante di questo Consiglio.

La Lombardia deve avere l’ambizione non di difendere solo gli interessi della sua comunità ma di contribuire alla programmazione dal basso, dalle Regioni, di quello che è lo Stato, la Repubblica, con maggiore consapevolezza del suo ruolo nazionale. Quindi non chiudiamoci.

C’è poi un problema di dialettica tra la Regione e gli Enti locali, di cui gli Enti locali soffrono. Se è vero che sul referendum dell’acqua il Consiglio e la sua Presidenza si incartano è perché manca un rapporto dal basso.Siamo in una fase in cui le Assemblee legislative vengono rivalutate. Allora, se è questa la questione ne dobbiamo tenere conto come dice Squassina e anche,per alcuni cenni che ho sentito, Galperti.

La questione presidenzialismo non è chiusa. Va discussa a fondo e va discussa sotto due profili: il primo, se è ancora opportuna una legge elettorale che elegge direttamente il Presidente; il secondo,chi ha il potere normativo e regolamentare: la Giunta o, come diciamo noi, il Consiglio?

Il potere regolamentare in questo Statuto deve tornare al Consiglio. Ciò deve essere rilevantemente sottolineato, con delle forme – le Commissioni di garanzia e i poteri delle Commissioni, che garantiscono, ad esempio, che le leggi popolari arrivino in Consiglio e vengano discusse

Credo che tra le novità rilevanti, la questione della tutela dei beni comuni – si pensi all’acqua ad esempio – come aspetto di diritto istituzionale, non a disposizione della maggioranza o della minoranza, la questione del voto amministrativo agli immigrati, e la questione di una partecipazione più ampia anche della società civile siano da assumere nello Statuto.

Sarfatti, su questo,ha una posizione che in larga parte condivido. credo Infine, credo che dobbiamo pensare, come hanno fatto altre Regioni, a costituzionalizzare il bilancio partecipativo.

Ho finito. Trovo che è meglio discutere del preambolo dopo che abbiamo esaurito la nostra discussione; se facessimo il contrario ridurremmo la portata dello sforzo grande che stiamo facendo, mettendo dei paletti prima che si sia individuato il terreno di convergenza possibile.