REPOSITORY

Generale

Riduzione dell’inquinamento atmosferico, riqualificazione del territorio e rilancio della qualità della vita in Lombardia

PROGETTO DI LEGGE

èRiduzione dellèinquinamento atmosferico, riqualificazione del territorio e rilancio della qualitè della vita in Lombardiaè

DI INIZIATIVA DEL GRUPPO CONSILIARE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

MARIO AGOSTINELLI
OSVALDO SQUASSINA
LUCIANO MUHLBAUER

RELAZIONE

Il Contesto Generale

La situazione dellèinquinamento atmosferico a Milano e nelle altre aree urbane lombarde è di particolare gravitè e presenta caratteristiche strutturali, che vanno ben oltre lèemergenza delle giornate caratterizzate da condizioni meteorologiche che favoriscono lèaccumulo degli inquinati nei bassi strati dellèatmosfera. La condizione piè critica riguarda il PM10 (le cosiddette polveri sottili, particolato di dimensione inferiore ai 10 micron) per il quale in tutte le aree urbanizzate della Lombardia si registrano concentrazioni estremamente elevate, molto al di fuori dei limiti previsti dalla normativa vigente, durante tutto lèinverno. Si consideri che la normativa europea in vigore (recepita dalle leggi nazionali) prevede che il valore limite alle concentrazioni medie giornaliere (50 ?g/m3) non debba essere superato piè di 35 volte allèanno. Nelle aree urbane lombarde si sono registrate ben piè di 100 giornate con concentrazioni sopra i limiti durante ognuno degli ultimi 8 anni (in pratica da quando si effettuano misure di PM10). Oltre a questo limite risultano violati il limite per la concentrazione media annuale di PM10, il limite per la concentrazione media annuale e quello per le concentrazioni di picco di Biossido di Azoto (NO2), da rispettare entro il 2010, ed i diversi limiti per le concentrazioni di Ozono (O3), il cosiddetto smog fotochimico che si sviluppa durante la stagione estiva.

La violazione dei differenti limiti imposti dalle direttive emesse dallèUnione Europea fra il 1996 ed il 2002 (96/62/EC, 1999/30/EC, 2000/69/EC, 2002/3/EC, recepiti in Italia dal DLgs. 351/99, dal DM 60/2000 e dal DL 183/2004) evidenziano come la popolazione lombarda si trovi esposta sia ad un inquinamento èmedioè elevato durante tutto lèanno (cioè ad una situazione costantemente inquinata) sia ad eventi estremi, durante i quali le concentrazioni degli inquinanti raggiungono valori ben superiori ai limiti di legge per i valori di picco. Dal punto di vista sanitario, si sommano quindi le nocivitè associate allèesposizione a concentrazioni èbasseè per lunghi periodi e quelle tipiche dellèesposizione a concentrazioni èelevateè per brevi periodi.

Di fronte ad un quadro di tale complessitè e gravitè, si capisce facilmente come le domeniche senzèauto, le targhe alterne durante i periodi piè inquinati, le limitazioni alla circolazione dei veicoli non-catalizzati, etc. siano provvedimenti totalmente inadeguati ad affrontare e risolvere il problema.
Il vero scopo di questi provvedimenti è spesso quello di dimostrare allèUE che le amministrazioni hanno fatto qualcosa. Infatti le normative vigenti (in particolare la 1999/30/EC, che contiene le normative relative al PM10 ed è entrata definitivamente in vigore il 1è gennaio 2005) prevedono che, in caso di violazione dei limiti alle concentrazioni le amministrazioni predispongano piani emergenziali per affrontare gli episodi di inquinamento acuto, e realizzino piani per il risanamento delle aree inquinate. Nella realtè non è stato fatto quasi nulla ed i èprovvedimenti emergenzialiè sono spesso cosè timidi e goffi da risultare ridicoli a chiunque possieda una minima competenza tecnica (o almeno un certo buonsenso). Ci si chiede, ad esempio, che senso abbia continuare ad effettuare blocchi del traffico la domenica, quando la circolazione è normalmente molto ridotta, mentre non si osa intervenire durante i giorni feriali od il sabato, quando il traffico e quindi le emissioni di inquinanti sono massimi. La realtè è che la tutela della salute dei cittadini viene allèultimo posto, dopo la tutela delle attivitè produttive, dei profitti, del commercio e del sacro diritto/dovere al consumo. Quando poi si effettuano blocchi a singhiozzo (9-12;15-18), lasciando circolare i veicoli nelle ore del mattino e della sera durante le quali gli inquinanti tendono ad accumularsi, il provvedimento raggiunge il totale non-senso. Si deve inoltre considerare che le esperienze pregresse hanno giè dimostrato che in aree critiche, come la pianura padana, i blocchi risultano efficaci solo se sono prolungati nel tempo (tutta la giornata) ed estesi nello spazio (sullèintero territorio). Su altri provvedimenti esistono sperimentazioni effettuate in altre cittè (ad esempio a Torino per le targhe alterne) che forniscono chiare indicazioni sulla loro efficacia.

Si è ormai compreso che per ridurre lèinquinamento atmosferico in Lombardia e, piè in generale in aree caratterizzate da condizioni meteorologiche sfavorevoli, quali la pianura padana, è necessario ridurre in modo considerevole le emissioni di inquinanti su vaste aree di territorio caratterizzate da uniformitè morfologica e climatica. Questa considerazione è particolarmente fondata per inquinanti secondari, come lèozono, che non vengono emessi direttamente dalle sorgenti, ma che vengono prodotti da reazioni chimiche in atmosfera, o come il PM10 che ha sia natura primaria (parte del articolato è prodotto dalla combustione di combustibili fossili e dal traffico veicolare) che secondaria (gli ossidi di azoto e di solfo emessi in atmosfera si trasformano progressivamente in nitrati e solfati, che vanno a costituire una frazione del particolato). Per questi inquinanti, le concentrazioni in atmosfera hanno una dipendenza debole dalle emissioni locali.

Per poter ridurre in modo significativo lèinquinamento atmosferico che affligge le aree urbane e sub-urbane lombarde è necessario costruire un progetto strategico nel quale le emissioni di inquinanti vengano ridotte attraverso un piano di intervento strutturale sulle principali sorgenti di inquinamento. Questo piano dovrè comportare necessariamente cambiamenti radicali nei modelli di mobilitè, di produzione dellèenergia, di produzione industriale e di comportamenti e consumi domestici. Il progetto dovrè contenere anche attivitè di ricerca finalizzate ad una piè completa comprensione dei fenomeni che determinano lèinquinamento atmosferico in pianura padana e alla valutazione dellèefficacia dei provvedimenti progettati. Il progetto dovrè includere come parte integrante la riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti imposta dal protocollo di Kyoto, i cui obiettivi rendono comunque necessaria una riscrittura del piano energetico regionale. Il progetto di risanamento e riqualificazione della qualitè della vita in Lombardia dovrè contenere anche elementi di rilancio di attivitè produttive innovative e ad alto contenuto tecnologico che vadano a costituire il necessario supporto del nuovo piano energetico e di mobilitè regionale.

I principali settori sui quali intervenire per ridurre lèinquinamento atmosferico devono essere necessariamente quelli individuati dai contributi principali allèinventario delle emissioni regionali, tenendo presente i possibili contributo delle sorgenti alla generazione di inquinanti di origine secondaria (ad esempio ossidi di zolfo ed azoto si trasformano in solfati e nitrati che contribuiscono alle concentrazioni di PM10)..
In Figura 1 sono riportati i contributi percentuali delle diverse fonti emissive alle emissioni di ossidi di azoto e PM10 nella Provincia di Milano, dalla quale si evidenzia il ruolo preponderante trasporti, seguiti dai processi di combustione sia di origine industriale che non industriale.

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Figura 1 Contributi percentuali delle fonti emissive nella Provincia di Milano nellèanno 2001. Fonte: ARPA Lombardia, Rapporto sulla qualitè dellèaria di Milano e Provincia, anno 2003.

Il quadro legislativo di riferimento

Nel 1996, con la Direttiva Quadro (96/62/CE) lèEuropa definisce le politiche generali in materia di valutazione e di gestione della qualitè dellèaria (obiettivi, criteri e metodi di valutazione, informazione al pubblico, strategie di risanamento e mantenimento della qualitè dellèaria) e stabilisce un legame strutturale tra ricerca e normativa attraverso il principio generale che i valori limite alle concentrazioni degli inquinanti debbano tenere conto dei risultati scientifici piè recenti in campo ambientale ed epidemiologico. Successivamente tre direttive figlie hanno stabilito limiti per gli inquinanti: biossido di zolfo, ossidi di azoto, materiale particolato, piombo (1999/30/CE); benzene e monossido di carbonio (2000/69/CE); ozono (2002/3/EC). Una quarta direttiva è in corso di definizione e completerè il quadro degli inquinanti (idrocarburi policiclici aromatici e metalli).
La direttiva madre è stata recepita in Italia nel 1999 (DLgs. 351/99), le prime due direttive figlie nel 2000 (DM n. 60) e la terza nel 2004 (DL n. 183). In questo modo, il quadro normativo italiano, risalente agli anni Ottanta, è stato fortemente innovato: sono stati definiti i compiti degli organismi di controllo (valutazione periodica della qualitè dellèaria, suddivisione del territorio in aree caratterizzate da diversa sensibilitè e livelli di inquinamento, predisposizione di piani di risanamento, utilizzo di sistemi di previsione delle concentrazioni), le metodologie di analisi da utilizzare in relazione allo stato di qualitè dellèaria nellèarea da controllare (metodi di misura, criteri di localizzazione delle reti di monitoraggio, inventari delle emissioni, modelli matematici) e lèobbligatorietè di unèadeguata informazione alla popolazione.
La Commissione europea non ha ancora fissato dei limiti per la frazione piè fine del articolato (PM2.5), in ambito comunitario ed in particolare allèinterno del progetto CAFE (Clean Air For Europe) sono stati proposti limiti compresi tra 12-20 èg/m3 per le concentrazioni medie annuali e pari a 35 èg/m3 da non superare piè di 35 volte allèanno per le concentrazioni medie giornaliere.
La nuova proposta di direttiva sulla qualitè dellèaria (Directive of the european parliament and of the council on ambient air quality and cleaner air for europe COM(2005) 447 final), che sta per andare in discussione in Parlamento Europeo, propone invece un limite di 25 èg/m3 per la media annuale, da raggiungere entro il 2010, ed impegna gli stati membri a ridurre lèesposizione della popolazione al PM2.5 del 20% entro il 2020. Questa discrepanza fra i valori limite precedentemente discussi e quelli inclusi nellèattuale proposta di direttiva hanno suscitato critiche da parte di un gruppo di ricercatori europei (Ayres et al., 2005). Eè qui opportuno ricordare che lèUS/EPA, lèagenzia per la protezione dellèambiente statunitense, ha fissato, per tale frazione e relativamente a un periodo di campionamento pari a tre anni, limiti di 15 èg/m3 per le concentrazioni medie annue e di 65 èg/m3 da non superare piè di 21 volte per le medie giornaliere.
Lèintroduzione di limiti per il PM2.5, qualsiasi valore venga adottato fra quelli citati, accrescerè le difficoltè della Lombardia per rispettare la legislazione comunitari, in quanto le misure di PM2.5 effettuate da ARPA Lombardia, a Milano negli ultimi anni, mostrano valori molto piè elevati di quelli previsti dalle diverse ipotesi di limite sopra citate.
La nuova proposta di direttiva, pur mantenendo i valori limite per il PM10 attualmente in vigore, propone lèintroduzione di meccanismi di deroga al conseguimento dei valori limite. In pratica, dove sia riconosciuta la difficoltè ad ottenere il rispetto dei limiti di legge per motivi di carattere meteo/climatico, è concessa una deroga di 5 anni (a scadenza 2010) a fronte dellèapprovazione di piani di risanamento di riconosciuta efficacia per lèarea in considerazione.
Diventerè quindi fondamentale costruire interventi di pianificazione adeguati che siano lèinizio di un grande piano di trasformazione e riqualificazione del territorio regionale ed evitare la riproposizione di provvedimenti tampone finalizzati ad ottenere la deroga e a spostare nel futuro la soluzione del problema, scaricandola magari sul prossimo governo regionale.
Un grande progetto di riduzione dellèinquinamento atmosferico, di riqualificazione territoriale e di rilancio delle attivitè produttive a basso impatto ambientale per il miglioramento della qualitè della vita in Lombardia

Per la realizzazione degli interventi strutturali necessari ad affrontare il problema dellèinquinamento atmosferico in Lombardia e per portare la regione al rispetto degli accordi di Kyoto, è necessaria una fase di analisi dei possibili scenari di riduzione delle emissioni in modo da valutarne lèefficacia e da progettare gli interventi piè incisivi correttamente.

Metodi di valutazione degli interventi strutturali

Data la gravitè delle condizioni di inquinamento atmosferico che caratterizzano la Regione Lombardia e la pianura padana, non è piè accettabile la progettazione di interventi èdi buon sensoè, senza valutarne preventivamente lèefficacia potenziale. Ciè è particolarmente rilevante quando si vanno ad effettuare interventi che richiedono lèimpiego di risorse economiche non trascurabili. Se, ad esempio, si decide di incentivare il rinnovo di automezzi o di impianti di riscaldamento per trarre vantaggio del minore impatto ambientale delle tecnologie di nuova generazione, deve essere chiaro lèimpatto del provvedimento deciso.
Queste valutazioni sono effettuabili a diversi livelli: una prima analisi puè essere realizzata attraverso lèutilizzo dellèinventario delle emissioni regionali (INEMAR), che permette di valutare la riduzione delle emissioni dei diversi inquinanti prodotta dai singoli interventi ed il loro effetto complessivo. Poichè perè le condizioni di inquinamento atmosferico non dipendono unicamente dalle emissioni, ma dalle condizioni meteorologiche, dalla dispersione e dalla trasformazione chimica degli inquinanti in atmosfera, questi processi dovranno essere valutati opportunamente per costruire un piano di risanamento complessivo che possa mettere a frutto le risorse investite. Questo secondo livello di valutazione è realizzabile attraverso lèutilizzo di modelli matematici per la simulazione del sistema atmosfera, come del resto giè previsto dalla vigente normativa comunitaria.

Un progetto di risanamento che abbandona la logica emergenziale

La realizzazione di un piano di intervento complessivo che permetta di ottenere il risanamento della qualitè dellèaria in Lombardia richiede tempi di analisi di media durata (6 mesi – 1 anno) e la pianificazione di interventi strutturali che possono richiedere diversi anni per essere realizzati (quali ad esempio il potenziamento della rete ferroviaria). Eè quindi necessario, nella fase transitoria, attuare provvedimenti mitigativi che, anche se non sono in grado di produrre il rispetto dei limiti di legge, possono perlomeno servire a non aggravare ulteriormente la situazione attuale, contenere gli episodi di inquinamento piè acuti e iniziare ad introdurre le politiche di cambiamento necessarie.
Nei capitoli seguenti sono individuati attraverso articoli specifici gli interventi transitori o di immediata realizzabilitè e le possibili linee di azione per gli interventi di risanamento strutturale.

I provvedimenti proposti vogliono uscire dalla logica emergenziale delle misure da attuare durante i ègiorni di superamentoè e sono proposti quindi per una applicazione costante e non episodica. Provvedimenti finalizzati alla mitigazione delle condizioni di emergenza sono peraltro ingiustificati e di difficile gestione se si considera la situazione di qualitè dellèaria della Regione Lombardia. Si vedano a questo proposito i dati riportati in Figura 2, che si riferiscono alle medie giornaliere di PM10 misurate a Milano, nella postazione di via Juvara, nel 2005. Il valore limite di 50 èg/m3 risulta superato quasi tutti i giorni durante lèinverno, rendendo sostanzialmente inapplicabile qualsiasi provvedimento di tipo emergenziale, a meno di considerare lèintero inverno come episodio acuto.

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Figura 2 Concentrazioni medie giornaliere di PM10 (èg/m3 ) misurate nella postazione di Milano, via Juvara, nel 2005. Elaborazione degli autori su dati ARPA Lombardia.

Riduzione dellèinquinamento atmosferico, riqualificazione del territorio e rilancio della qualitè della vita in Lombardia

Articolo 1

1. La Regione Lombardia si pone lèobiettivo di garantire la salute dei cittadini e si impegna alla realizzazione di tutti i provvedimenti necessari al raggiungimento di condizioni di rispetto di tutti i limiti alle concentrazioni in atmosfera degli inquinanti di origine antropica. Contestualmente la Regione Lombardia si impegna per la limitazione degli effetti delle attivitè umane sul clima, in prima istanza attraverso il raggiungimento degli obiettivi imposti dal protocollo di Kyoto, attraverso la riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti sul territorio regionale, senza usufruire di meccanismi di commercio delle emissioni.
2. La realizzazione degli obiettivi al punto 1 richiede una drastica riduzione delle emissioni di inquinanti di origine antropica, da realizzarsi attraverso: la riduzione del numero dei veicoli circolanti sia per il trasporto passeggeri che per il trasporto merci; la progettazione e lo sviluppo di una rete regionale di trasporto pubblico a basso impatto ambientale, lèadozione delle tecnologie di maggior efficienza energetica e di minor impatto sulla qualitè dellèaria per i trasporti, per la produzione di energia ed il riscaldamento domestico; la riduzione dei consumi energetici, da realizzarsi principalmente attraverso meccanismi di risparmio e promozione delle energie rinnovabili.
3. Per tutti gli atti amministrativi e/o legislativi che attengono a questa materia, la Regione Lombardia intende affrontare il problema in modo omogeneo in tutta lèarea territoriale di propria pertinenza, indicando come èarea omogeneaè lèintero territorio regionale e adeguando in tal modo tutti i provvedimenti conseguenti.
4. La Regione Lombardia promuove la collaborazione con le Regioni confinanti e con tutte le regioni del bacino padano per la costruzione di programmi comuni finalizzati allèabbattimento dellèinquinamento atmosferico. In particolare si impegna ad estendere lèambito di applicazione del protocollo di intesa firmato da alcune delle Regioni citate lo scorso autunno prevedendo, oltre alla costruzione di inventari delle emissioni comuni, il libero scambio dei dati di qualitè dellèaria ed il confronto delle metodologie di analisi attualmente utilizzate.

Individuazione e pianificazione degli interventi strategici per il risanamento dello stato di qualitè dellèaria in Lombardia

Articolo 2

1. La Regione Lombardia si impegna ad individuare gli interventi strategici necessari a garantire il rispetto dei valori limite alle concentrazioni in aria ambiente di tutti gli inquinanti considerati dalle vigenti normative comunitarie e nazionali.

2. La Regione Lombardia istituisce una commisione tecnica con il compito di effettuare la valutazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni necessari ad ottenere la riduzione delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera necessaria per il rispetto dei valori limite. La commissione sarè costituita da rappresentanti dei servizi tecnici regionali e da altri soggetti competenti presenti sul territorio della Regione allèinterno di strutture tecniche sia pubbliche che private. La commissione, il cui insediamento verrè ratificato dal Consiglio Regionale, avrè 3 mesi di tempo per redigere gli scenari di riduzione delle emissioni richiesti.

3. La riduzione delle emissioni individuata al punto precedente dovrè dare origine ad ipotesi di intervento strutturale nei settori trasporti (passeggeri e merci), energia, combustione industriale e non industriale. Gli scenari elaborati dovranno essere sottoposti a valutazione secondo le metodologie indicate nella premessa alla presente proposta di legge con il controllo dei servizi tecnici regionali e della commissione tecnica di cui al punto 2. Per la definizione degli scenari è prevedibile un tempo di 3 mesi, mentre per la valutazione di efficacia degli stessi sono ipotizzabili attivitè della durata complessiva di 6 mesi.

4. Sulla base dei risultati delle analisi ai punti precedenti la Regione Lombardia redigerè un piano di risanamento strategico e di rivalutazione della qualitè della vita dei cittadini completo di valutazioni di costo economico e di tempi di attuazione. La Regione proporrè un piano di reperimento di fondi a livello regionale, nazionale e comunitario, per il finanziamento del piano di risanamento.

5. Il contributo principale allèinquinamento atmosferico nei centri urbani è riconducibile al sistema dei trasporti, quindi la riduzione dellèinquinamento atmosferico passa necessariamente da una ripianificazione del trasporto regionale, che veda il trasporto pubblico al centro, con gli investimenti principali indirizzati ai trasporti a basso impatto sulla qualitè dellèaria ed in particolare al trasporto su rotaia. In attesa della costruzione dellèintervento sui trasporti identificato dal piano di risanamento regionale, La Regione Lombardia ferma tutti i progetti di nuove autostrade (brebemi, pedemontana, tangenziale esterna,…) che trasformandosi in attrattori di traffico farebbero aumentare le emissioni di inquinanti e sottrarrebbero risorse economiche rilevanti agli investimenti prioritari per il risanamento ambientale.

6. La realizzazione di un progetto strategico per il risanamento della qualitè dellèaria in Regione Lombardia necessiterè di un rilevante supporto tecnologico che sarè realizzato attraverso la costruzione di un polo per la mobilitè sostenibile e le tecnologie eco-compatibili, da insediare nellèex area Alfa Romeo di Arese.

Provvedimenti mitigativi di immediata attuazione

Incentivazione del rinnovo dei mezzi circolanti

Articolo 3

1. La Regione Lombardia si pone lèobiettivo di eliminare i veicoli piè inquinanti che circolano sulla rete di trasporto urbana ed extraurbana. Tale obiettivo sarè perseguito attraverso provvedimenti di incentivazione alla sostituzione di alcune classi di veicoli ed attraverso provvedimenti di limitazione alla circolazione dei mezzi inquinanti.
2. La Regione Lombardia definisce un piano di èmodernizzazione del parco-veicoli commercialiè con lèobiettivo di ridurre il contributo alle emissioni di questa categoria di veicoli. Il piano prevede: lèincentivazione della sostituzione dei veicoli ad alte emissioni con mezzi a basso consumo e basse emissioni, favorendo lèutilizzo di combustibili a basso impatto, come il metano, o di nuova generazione, come lèidrogeno; lèincentivazione dellèapplicazione di sistemi di abbattimento delle emissioni, quali i filtri anti-particolato, su tutti i mezzi per i quali sia dimostrata lèefficacia di questi dispositivi.
3. La Regione Lombardia si pone analogo obiettivo di èmodernizzare il parco circolante di motocicliè ed eliminare i mezzi piè inquinanti. Il piano prevede incentivi finalizzati alla sostituzione dei mezzi caratterizzati da emissioni elevate con ciclomotori di nuova generazione che utilizzino unicamente tecnologie a basse emissioni.
4. La Regione Lombardia definisce un piano di ammodernamento dei mezzi adibiti a trasporto pubblico che consenta la rapida eliminazione dei veicoli piè inquinanti, lèadozione di veicoli che utilizzino combustibili a bassa emissione e, transitoriamente, lèinstallazione di filtri anti-particolato, sugli automezzi per i quali sia dimostrata lèefficacia di questi dispositivi.

Controllo delle emissioni del parco veicoli circolanti e disincentivi al possesso e allèutilizzo dei veicoli piè inquinanti

Articolo 4

1. La Regione Lombardia definisce provvedimenti di controllo delle emissioni, disincentivi economici al possesso di veicoli inquinanti e provvedimenti di limitazione alla loro circolazione nelle aree urbanizzate. La Regione Lombardia prevede a tal fine il:
a.potenziamento delle attivitè di controllo delle emissioni degli autoveicoli da attuarsi attraverso la riconferma dellèattivitè di controllo annuale dei gas di scarico (bollino blu), la definizione di piani di verifica dellèeffettiva realizzazione dei controlli sugli autoveicoli circolanti e lèintroduzioni di sanzioni amministrative elevate per i veicoli trovati sprovvisti del bollino e della documentazione accessoria;
b. definizione, da parte dei comuni interessati, di zone a traffico regolamentato allèinterno, delle aree urbane, nelle quali è vietata la circolazione dei veicoli privati piè inquinanti quali i SUV o altri veicoli di grossa cilindrata e/o caratterizzati da emissioni elevate, quali ad esempio i veicoli diesel di vecchia generazione privi di filtri anti-particolato.
c. differenziazione della tassa di possesso (bollo auto) sulla base dei consumi, dei combustibili utilizzati e delle emissioni di inquinanti. I veicoli saranno suddivisi in classi in base a cilindrata, potenza, consumo di carburante e stima delle emissioni per gli inquinanti piè critici. Questa misura dovrè costituire un disincentivo al possesso di automezzi inquinanti, introducendo meccanismi di governo di tendenze di mercato negative per lèinquinamento atmosferico quali la diffusione degli autoveicoli diesel per uso privato.
d. Sviluppo dei sistemi di noleggio ed utilizzo comune degli autoveicoli: car sharing e car pooling.

Interventi finalizzati a favorire lo sviluppo e lèutilizzo del trasporto pubblico

Articolo 5

1. La Regione Lombardia interviene con misure finalizzate al potenziamento della rete di trasporto pubblico ed allèincentivazione del suo utilizzo.
2. Viene stabilito un piano di potenziamento dei mezzi pubblici sia sotterranei che di superficie, su ferro e su gomma, che permetta un incremento della frazione di passeggeri che raggiungono quotidianamente i principali centri urbani per mezzo del trasporto pubblico. I potenziamento non deve essere comunque limitato alle sole ore di punta dei giorni lavorativi, ma devono essere potenziate anche le frequenze e la durata del servizio dei mezzi festivi e serali/notturni verso le aree di richiamo.
3. Vengono introdotte tessere ATM (e piè in generale del sistema di trasporto regionale) a libera circolazione a prezzi agevolati per lavoratori. Introduzione di biglietti collettivi per gruppi o nuclei familiari (al prezzo di 2 Euro per viaggio e 4 Euro per un biglietto giornaliero) che disincentivino lèutilizzo del mezzo privato per spostamenti collettivi.

Introduzione del ticket di ingresso ai centri urbani (road pricing)

Articolo 6

1. Nei comuni capoluogo ed in tutti quelli compresi nel territorio delle aree metropolitane, sulla base di una proposta definita dalla Regione Lombardia, si introduce lèaccesso a pagamento alle zone centrali delle aree urbanizzate. Sulla base delle esperienze maturate in altre cittè (ad esempio Londra) si definiranno aree a traffico controllato per lèaccesso alle quale i mezzi privati saranno sottoposti al pagamento di un pedaggio. Il costo del pedaggio dovrè essere sufficientemente elevato, indicativamente tra 5 e 10 euro (a Londra si pagano 8 sterline) da costituire un rilevante disincentivo allèutilizzo del mezzo privato.

Interventi sugli impianti termici

Articolo 7

1. La Regione promuove un Piano regionale per la rimozione degli impianti termici che ancora utilizzano combustibili ad elevato impatto ambientale (quali olio combustibile e carbone). Lèeliminazione dei pochi impianti che producono una frazione non trascurabile delle emissioni di inquinanti sarè perseguita per via amministrativa attraverso lèemissione di provvedimenti che rendano obbligatoria in tempi brevi la sostituzione di questi impianti. La Regione promuove inoltre la trasformazione di tutti gli impianti termici che ancora utilizzano gasolio, in impianti a metano o in impianti che adottano altre forme di riscaldamento ecocompatibili in grado di massimizzare il rendimento energetico e minimizzare le emissioni di inquinanti (ad esempio cogenerazione, rigenerazione, integrazione di pannelli solari termici e teleriscaldamento).
2. Eè impegno da considerare prioritario lèeffettuazione degli interventi descritti al punto 1 in tutti gli edifici di proprietè pubblica.
3. Introduzione di meccanismi fiscali e normativi che disincentivino il ritorno allèutilizzo di combustibili caratterizzati da emissioni elevate. Lèaumento del prezzo del gas naturale ed in generale dei combustibili piè pregiati, rende economicamente competitivi combustibili inquinanti di utilizzo ormai marginale nelle aree urbane. In particolare è necessario disincentivare il ritorno dei riscaldamenti a legna, particolarmente pericolosi nelle aree urbane a causa delle emissioni particolarmente elevate di PM10.

Gestione della produzione energetica

Articolo 8

1. La Regione Lombardia appronta la ridefinizione del piano energetico regionale assumendo come obiettivi primari la riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera, il rispetto dei limiti alle emissioni di gas clima-alteranti imposto dal protocollo di Kyoto (senza utilizzare meccanismi di commercio delle emissioni) il risparmio energetico e lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili. Il piano dovrè considerare come punto di partenza la condizione energetica della Regione Lombardia, che è caratterizzata dai consumi medi pro-capite di energia elettrica piè alti dèItalia, da una crescita tendenziale dei consumi e da un considerevole deficit energetico complessivo.
2. In tale ambito la Regione realizza un piano di risparmio energetico che, attraverso lèanalisi delle diverse modalitè di consumo, stabilisca degli obiettivi di riduzione dei consumi di fonti primarie e di energia elettrica, da realizzare sia attraverso lèadozione di impianti termici ed apparecchi elettrici a basso consumo che attraverso la promozione di comportamenti a basso impatto energetico.
3. La Regione Lombardia appronta un piano speciale per la promozione ed il potenziamento della produzione energetica da fonti rinnovabili, con particolare attenzione al solare, e per estendere la diffusione di piccoli impianti di microgenerazione domestica (come pannelli fotovoltaici da installare sui tetti).
4. Nellèambito del nuovo piano energetico regionale, saranno concesse autorizzazioni a nuovi impianti termoelettrici o ad altre centrali termiche di potenza solo a fronte di un contestuale intervento su sorgenti di inquinanti giè esistenti che dimostri la riduzione complessiva degli inquinanti atmosferici e dei gas clima-alteranti emessi in seguito alla nuova installazione.

Monitoraggio, previsione della qualitè dellèaria ed informazione alla popolazione

Articolo 9

1. In conformitè a quanto previsto dalle normative comunitarie, la Regione, in accordo con le Province ed i Comuni, stabilisce un piano di informazione diffusa e generalizzata, attraverso tutti gli strumenti mediatici possibili, con cui fornisce indicazioni costanti e preventive ai cittadini sulla condizione concreta dellèaria che viene respirata. Obiettivo di tale misura è poter intervenire in tempo reale e fornire automaticamente a tutti i cittadini le norme di comportamento piè idonee. Il monitoraggio della qualitè dellèaria è affidato alla rete Arpa, cosè come le elaborazioni dei dati previsti dalla normativa e la diffusione delle relative informazione.
2. La Regione stabilisce di realizzare un sistema di previsione dellèinquinamento atmosferico in grado di fornire previsioni a 72 ore delle concentrazioni degli inquinanti coperti dalla normativa vigente, con particolare attenzione verso quelli caratterizzati da maggior criticitè (PM10, PM2.5, NO2 e O3). Il sistema previsionale dovrè essere in grado di fornire al personale tecnico ed al pubblico mappe di concentrazione sullèintero territorio regionale e, con maggior risoluzione spaziale sullèarea critica di Milano. Successivamente le elaborazioni a maggior risoluzione potranno essere estese alle altre aree urbane maggiori. Il sistema revisionale dovrè essere realizzato e reso operativo nel corso di un anno, a partire dallèapprovazione del presente provvedimento. Le modalitè di diffusione delle previsioni di qualitè dellèaria avranno modalitè analoghe a quelle normalmente utilizzate per le previsioni del tempo