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Successi e ombre della battaglia sull’acqua pubblica in Lombardia

SUCCESSI E OMBRE DELLA BATTAGLIA SULLèACQUA PUBBLICA IN LOMBARDIA

Non sono bastati nemmeno la crisi idrica e la siccitè che attanagliano la regione da tempo per fermare i tentativi del centrodestra di privatizzare lèacqua in Lombardia. Tentativi in parte falliti e in parte ancora da contrastare, ma con speranze piè elevate di successo rispetto ad un anno faè.

Venerdè 26 Luglio è stata approvata in Consiglio la modifica della legge regionale sui servizi locali: rifiuti, energia e acqua. Se ne parlava da tempo ma lèacceso dibattito, promosso da Rifondazione e sostenuto dallèUnione proprio sul tema dellèacqua, ha impedito di imporre una soluzione sommaria, come la Giunta avrebbe desiderato.

Dopo mesi di sedute di commissione e continui rinvii, dopo decine di emendamenti e di ordini del giorno, il nostro Gruppo Consigliare – sostenuto dal Contratto mondiale per lèacqua, dai movimenti locali e dai sindacati – è riuscito a introdurre migliorie sostanziali ad un impianto normativo su cui la divergenza di fondo è tra chi ritiene lèacqua una merce da gestire con logiche di mercato e chi ne rivendica la difesa come bene comune. Una contrapposizione netta, stagliata, che fa apprezzare ancor di piè il successo di aver tolto dalla legge voluta dal centrodestra la possibilitè di privatizzare le societè patrimoniali pubbliche a cui i Comuni hanno conferito le reti e gli impianti (acquedotti, fognature e depuratori). Ciè avrebbe significato dismettere un patrimonio infrastrutturale e di know-how realizzato con i soldi pubblici dalle municipalizzate. Nel secolo scorso infatti la sfida della politica fu proprio quella di portare lèacqua potabile nelle case dei cittadini, evitando che le istituzioni vedessero ridotta la propria missione a quella odierna di azionisti che affidano ai privati la garanzia dellèaccesso allèacqua.

E proprio per mantenere questo ruolo di garanzia in capo agli enti locali, si è riuscito ad arginare il tentativo di ridurre il peso e la responsabilitè diretta dei Sindaci nelle assemblee dellèAutoritè dèAmbito, lèorganismo che sovrintende allèorganizzazione del servizio idrico.

Un altro elemento di scontro, si è manifestato nellèassurda proposizione per legge, unico caso in Italia, di due ATO separati in provincia di Milano: quello della cittè e quello della Provincia che le sta intorno. Questa anomalia non ha alcuna ragione tecnica o amministrativa ma rivela la complicitè politica delle amministrazioni di centrodestra che governano sia la regione sia il capoluogo lombardo. Invece, a seguito dellèemendamento presentato dallèUnione e accolto dallèAssemblea,, la cittè di Milano e la Provincia potranno ridefinire e riorganizzare il proprio Ambito territoriale secondo criteri concordati e non imposti dalla Regione per legge.

Altro successo è lèintroduzione della clausola sociale per la tutela dei diritti dei lavoratori nel caso di trasformazioni societarie.

Infine, è stata accolta la proposta dei movimenti di utilizzare una percentuale della tariffa dellèacqua per il finanziamento e la realizzazione di opere per la fornitura di acqua nei Paesi in via di sviluppo.

Permangono purtroppo degli elementi inaccettabili, come lèobbligatorietè per legge della divisione in due delle societè dellèacqua: da una parte, quelle della gestione che fanno gli investimenti e la manutenzione straordinaria di reti e impianti; dallèaltra, quelle dellèerogazione che si occupano di manutenzione ordinaria e bollettazione. Oppure, come lèimposizione per gli enti locali di mettere a gara lèerogazione del servizio, laddove il Testo Unico degli Enti Locali prevede invece tre possibilitè di affidamento, tra cui quella èin houseè che RC sostiene. Su questo è stata giè avanzata da Confalonieri (PRC) e Galardi (DS) una interrogazione in Parlamento, mentre qui RC sta studiando le modalitè per un ricorso al TAR.

La Regione forza con decisioni molto gravi in contrasto con gli amministratori locali per mantenere in vita a tutti i costi la spinta alla privatizzazione. Una spinta, per la veritè respinta a Cremona solo 15 giorni addietro con un impegno di tutta lèUnione a mantenere tutto il ciclo dellèacqua in mano pubblica e la gestione degli impianti e lèerogazione in unèunica societè èin houseè.

Inutile dire che le decisioni di legge di questa Giunta andranno nellèAutunno contrastate fino al ritiro, perchè in opposizione con la normativa nazionale annunciata.

Cosè, contro la privatizzazione dellèacqua si sta costruendo nella nostra Regione uno straordinario appuntamento di lotta e di informazione. Per renderlo indispensabile alla svolta definitiva, va sollecitato lèinsieme del movimento, va riconnessa lèazione di opposizione a quella di proposta progettuale, facendo muro e fronte comune in Regione e in Parlamento in base al mandato e alle aspettative dei lavoratori e dei cittadini.

Mario Agostinelli e Simona Colzani, gruppo PRC regione Lombardia